Preistoria

Villanoviani ed Etruschi

Dominazione romana

Avvento del cristianesimo

Decadenza dell'Impero

Alto Medioevo

I due castelli
e la pieve

Casalnuovo

Casale delle Maremme

Casale nel Granducato

Casale Marittimo

 

Preistoria

Noi pensiamo che nell'era secondaria, cioè nel periodo in cui i dinosauri popolavano la Terra, più di duecento milioni di anni fa, il territorio della Val di Cucina non si fosse ancora formato , perché non abbiamo trovato nessuna notizia su ritrovamenti di fossili di dinosauri in questa zona .
In quel periodo esisteva un solo vastissimo continente, chiamato Pangea.
Supponiamo che, in epoche successive, il nostro territorio si sia formato sul fondo del mare, perché in alcuni luoghi, ad esempio nei dintorni di Casale Marittimo, possiamo osservare strati di arenarie, cioè rocce più o meno friabili formate da depositi di sabbia, come il tufo e la panchina.
Queste rocce anche oggi contengono molti fossili di conchiglie; se ne trovano alcuni nelle pietre che sono state usate per fabbricare le case e per lastricare le strade di Casale, un esemplare molto bello si può osservare sulla facciata della canonica.

 

Villanoviani ed Etruschi

La civiltà villanoviana (fino all'ottavo secolo a .C) ha preceduto quella etrusca. Una mappa degli insediamenti dei villanoviani e alcuni reperti archeologici testimoniano la presenza nella zona di questa antichissima civiltà si trovano al Museo Guarnacci di Volterra .
Nel territorio di Casale sono stati trovati numerosi reperti archeologici della civiltà etrusca .
In località Casa Nocera è stata scoperta una piccola necropoli , cioè un insieme di tombe di varia fattura, con i relativi corredi funebri, che sono stati esposti nella mostra "i Principi guerrieri" .
Molto interessanti sono due statue scolpite nella panchina, che gli archeologi pensano possono risalire all'ottavo secolo a. C.
In una località chiamata Poggiarella è stata ritrovata una tomba a tholos, ricostruita poi al museo archeologico di Firenze, dove si trovano anche una patera e un lacrimatoio che facevano parte del corredo funebre. In località Casalvecchio, cioè sulla collina dove nel medioevo è stato edificato il più antico dei due castelli, sono state ritrovate alcune tombe a cassa.
Il centro etrusco più importante della Valle Del Cecina è stato velatri, una delle dodici città che formavano la dodecapoli etrusca, che occupava buona parte dell'Italia centrale bagnata dal Mar Tirreno.

L'etrusca Velatri chiamata poi Volterra, ebbe un ruolo importante fra tra il VI e il V secolo a. C. e si inserì nei traffici commerciali marittimi del Mediterraneo,grazie allo sfruttamento delle miniere di rame che si trovavano nella località che , nel Medio Evo, prese il nome di Montecatini.
Il porto di Volterra era Vada.
All'epoca degli etruschi la zona era popolata e ben coltivata.
Una importante famiglia etrusca, i Cecna, chiamati dai Romani Caecina, dettero il nome al fiume che scorre nella valle.

 

 

La dominazione  romana

Nel 298 a. C la città di Volterra fu assediata dalle truppe di Lucio.
Scipione Barbato, ma non capitolò; solo verso la metà del secolo entrò a far parte della confederazione romana. Il passaggio dal predominio etrusco a quello romano non creò grossi problemi alla città di Volterra, che divenne, sotto l' imperatore Augusto, uno dei municipi dell'Etruria.
I suoi territori furono suddivisi tra i veterani dell'esercito, che vi costruirono le loro ville, cioè case di campagna fortificate, circondati da ampi terreni coltivati dagli schiavi .
Anche nel territori di Casale Marittimo, in località della Pieve, è stata rinvenuta una piccola villa romana, di epoca imperiale, i cui materiali sono stati riutilizzati negli anni 40, in alcuni edifici del paese: il pavimento in mosaico bianco e nero e un piccolo dipinto che raffigura un vecchio Sileno con una pantera si trova nella "sala romana" della canonica, altri materiali sono stati usati per restaurare la facciata della chiesetta di S. Sebastiano .
Alla foce del fiume Cecina, in località, S. Vincenzino, era stata costruita la villa del console romano Albino Caeacina , discendente dall'antica famiglia etrusca.
Attualmente si possono visitare i ruderi delle mura, la piscina e altri interessanti reperti.

Con la dominazione romana iniziò la decadenza della zona; nelle aree non coltivate l'acqua dei fossati, non trovando uno sbocco verso il fiume o il mare ,cominciò a ristagnare e formando acquitrini nei quali si annidò la zanzara anofele,che con la sua puntura provocava la malaria.
L'unica strada che percorreva il litorale era la via Aurelia, che i Romani avevano costruita per raggiungere le province settentrionali del impero.

 

 

Avvento del cristianesimo

Con l'avvento del Cristianesimo a Volterra si formò una importante comunità Cristiana ; la leggenda narra che il secondo papa , S. Lino, è di origine Volterrana.
Un'altra leggenda narra che S. Pietro, allontanandosi da Roma per sfuggire alle persecuzioni, si dirigesse verso Volterra.
Nei boschi che coprivano il colle dove ora si trova il borgo medievale di La Sassa, pare che abbia incontrato Gesù e, meravigliato, gli abbia chiesto: -Quo vadis, Domine? - (Dove vai, Signore ? ) .
Gesù, sempre secondo la leggenda, gli rispose che andava a Roma a farsi crocifiggere per la seconda volta, in vece sua.
Pietro si pentì e tornò verso Roma.
In una roccia che affiora dal terreno, vicino al borgo, anche oggi si può osservare un'impronta, che secondo la leggenda, è del piede di Gesù.

 

 

Decadenza dell'Impero

Nel 274 d. C. l'imperatore Aureliano, passando a cavallo sulla Via Aurelia, notò che la parte litoranea della Val del Cecina era abbandonata e resa poco sicura da bande di schiavi sfuggiti dai loro padroni.
Le prime invasioni barbariche trovarono Volterra già sede di un vescovo, capo di una diocesi che aveva già gli stessi confini del municipio Romano.
Il degrado del territorio aumentò con le invasioni dei Visigoti, dei Vandali e dei Longobardi, nel VI secolo d.C.

 

 

Alto medioevo

Nell'alto medioevo la vita nella bassa Val di Cecina era diventata difficile,faticosa e piena di pericoli.
Nella pianura regnava la malaria, sulle colline più alte i boschi, che tempo della dominazione Romana erano stati in gran parte abbattuti per costruire le navi, diventarono così folti e intricati che D. Alighieri li nominò nell'inferno della "Divina Commedia"; per di più erano popolati da lupi che terrorizzavano i contadini e i pastori. Anche oggi una località boscosa vicina a Montecatini Val di Cecina viene chiamata Gli Inferni. In questo periodo i monasteri erano gli unici luoghi dove la povera gente poteva trovare riparo e aiuto, in caso di pericolo o di malattia. In cambio i contadini dovevano pagare una tassa agli abati.
Abbiamo letto che, nel secolo VIII nei dintorni di Casale c'erano due abbazie molto importanti di origine longobarda: la Badia de' Magi, verso Bibbona, e la Badia di san Pietro in Palazzuolo, verso Monte Verdi.
Verso l'anno 1000 la vita nelle campagne iniziò a aumentare e la popolazione aumentò.
Sulle colline che dominavano il fiume Cecina e i suoi affluenti erano stati edificati castelli, borghi e pievi.
Questi antichi insediamenti, di cui si possono ancora oggi vedere i resti, sono la testimonianza di un passato glorioso di lotte e di intrighi fra vescovi, papi e imperatori.

 

 

I due castelli e la pieve

Nella zona di Casale esisteva due castelli, Casalvecchio, di cui rimasta solo la collina con lo stesso nome, e Casalnuovo, che e diventato il paese attuale. I documenti più antichi si riferiscono a Casalvecchio, che è nominato fin dall'anno 1004, e che apparteneva ai conti Della Gherardesca.
La pieve di S. Giovanni Battista, nominata in un documento dell'anno 1008, che si trovava tra i due castelli sul torrente che conserva ancora oggi il suo nome, era la più importante del territorio. Qui venivano battezzati anche i bambini dei castelli di Guardistallo e Montescudaio
Sappiamo dai documenti che fu distrutto nel 1363,durante una battaglia tra Pisani e Fiorentini,insieme al castello di Casalvecchio. Questo Castello era già stato abbandonato a causa della malaria che vi regnava, in favore di Casalnuovo.

 

 

Casalnuovo

Qui risiedevano, dalla metà del 1330 circa, i Conti di Montescudaio, un ramo della famiglia Della Gherardesca. La chiesa di Casalnuovo, intitolata a A. Andrea, viene nominata per la prima volta nei documenti nell'anno 1305; oggi è sede del municipio. Il castello era sotto il dominio politico della Repubblica Marinara di Pisa; nel 1406, in seguito alla conquista di Pisa da parte di Firenze, anche Casale si sottomise alla Repubblica Fiorentina. Nel 1407 ottenne da Firenze il permesso di costituirsi in Comune, ma, contrariamente a quanto avvenne per Guardistallo e Montescudaio, non potè liberarsi dai Conti Della Gheradesca-Montescudaio. La piccola comunità di Casale non si diede subito gli Statuti, ma ne 1414 accettò quelli di Montescudaio e Guardistallo.

 

 

Casale delle Maremme

Nel 1551 Casale contava 245 abitanti; sotto il dominio dei Medici conobbe un periodo di abbandono che rese difficile le condizioni della popolazione.
Per il resto, sul cinquecento e sul seicento, mancano notizie di qualche interesse; sono secoli caratterizzati dalla lotta della malaria, dalle periodiche epidemie e dalle incursioni piratesche dal mare, infatti nel 1652 e nel 1654 vi furono invasioni di cavallette che provocarono gravi carestie in tutta la Val di Cecina.
All'inizio del settecento le campagne erano in uno stato di estrema povertà e arretratezza; vaste terre erano riservate alla caccia dal feudatario e i boschi avanzavano.
La malaria continuava ad uccidere molti uomini.
Nel 1738 il territorio di Casale entrò a far parte del Marchesato di Riparbella, assegnato in Feudo al conte Carlo Ginori; da una Fonte del1742 risulta che Casalnuovo era il più grosso e più salubre Castello di tutto il marchesato, grazie alla sua posizione ventilata e aduna fontana di acqua buona.
Nel 1745 gli abitanti erano 315.

 

 

Casale nel granducato


Nel 1777, con le riforme del granduca di Toscana Pietro Leopoldo iniziò un processo di ridistribuzione delle terre, che vennero accaparrate dalle famiglie più facoltose: a Casale si ricordano i nomi degli Sparapani, dei Cancelleri, dei Mannari e dei Marchionneschi, che hanno detenuto il potere nel comune fino agli inizidel secolo scorso. La diffusione del regime della mezzadria portò ad un incremento della produzione agricola, ma nel 1800 infuriava ancora la malaria, le case in campagna non esistevano ed i lupi erano cosi numerosi che il governo fece una legge per renderne libera la caccia, nel 1810.

 

 

 

Casale Marittimo

Nella seconda metà dell'ottocento l'abitato di Casale subì alcune modifiche dovute all' aumento della popolazione: nel 1854 venne demolita la porta meridionale per costruire la torre civica con l'orologio, nel1872 si iniziò la costruzione della nuova Chiesa; la vecchia Chiesa veniva trasformata in municipio e il vecchio camposanto spariva sotto il nuovo campanile. Nel 1862 Casale nelle Maremme, assunse il nome di Casale Val di Cecina.
Una lapide di marmo, situata sotto l'arco a destra del municipio, testimonia l'annessione a regno d'Italia.
Intanto era cresciuto il borgo anche fuori dalle mura e, all'inizio del 900, venne sistemata la piazza del popolo, allora piazza Cancelieri, ed il paese assumeva più o meno l'aspetto attuale. Dal 1900 il suo nome è diventato Casale Marittimo.

Testo della lapide

XV MARZO MVCCCLX

ore 11 minuti 55 pomeridiane in Firenze

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

IN PLENARIA SEDUTA NEL PALAZZO DELLA SIGNORIA SENTITO IL PUBBLICO MINISTERO

DICHIARA

CHE DAGLI SPOGLI ESEGUITI IN QUESTA MEDESIMA UDIENZA E I RISULTATI PARZIALI DEL SUFFRAGIO UNIVERSALE REGISTRATI NEGLI ATTI VERBALI SI E' OTTENUTO PER RISULTATO FINALE

TOSCANI VOTANTI ....................................................... 386 445

VOTI PER LA MONARCHIA ISTITUZIONALE .......... 366 571

PEL REGNO SEPARATO ............................................... 14 925

NULLI .............................................................................. 4 949

COSI' CONSTATA IL PLEBISCITO DEL POPOLO TOSCANO VOLERE L'UNIONE ALLA MONARCHIA COSTITUZIONALE

DEL RE VITTORIO EMANUELE