Legge del coro di Charles Dudley
Uno dei vantaggi del cantare in coro è che si può partecipare anche se non si è intonati. Lo svantaggio è che il vostro vicino può fare la stessa cosa!


TEST DI QUIZ

Sei un/una vero/a coristo/a?

Rispondi alle seguenti domande, senza copiare e senza metterti li diti nel naso

1. “So ben mi c’ha bon tempo...” è:

  1. una Villanella alla napolitana;

  2. un madrigale; 

  3. un’arietta;

  4. un canto gregoriano.

2. Come si vestono le coriste al concerto?

  1. con camice bianco e farfallino nero;

  2. con la calzamaglia nera di Diabolik;

  3. con camicia e gilet;

  4. come gli pare.

3. Come si tiene la cartellina?

  1. sul leggio;

  2. sulle spalle dei soprani (per i tenori) o sulle spalle dei contralti (per i bassi);

  3. davanti alla faccia per non farsi riconoscere;

  4. a casa in un cassetto sennò si sciupa.

4. Alle prove si va per:

  1. incontrare gli amici;

  2. cambiare aria;

  3. bere in compagnia;

  4. fare il ladro o la spia;

  5. rimorchiare.

5. Durante il concerto si può:

  1. salutare gli amici e i parenti;

  2. ballare un valzer;

  3. fare la pipì;

  4. rimorchiare.

6. Che cosa fai prima di cantare?

  1. chiami i “carabignieri”;

  2. osservi il (bel) maestro;

  3. respiri con il diagramma;

  4. ti tocchi.

Come si chiama il direttore del coro?

  1. con un fischio;

  2. Oh te!

  3. Aldo;

  4. Ádone;

  5. Giuseppe.


Risultati del TEST di QUIZ

Maggioranza di risposte A: vagabondo! Non avendo voglia di leggere tutte le risposte hai scelto sempre la prima.

Maggioranza di risposte B: dimostri incapacità ad affrontare i rapporti interpersonali e sei segretamente innamorata/o del maestro.

Maggioranza di risposte C: il trigono di Venere e Saturno in opposizione agli influssi dell’uranio, farà uscire Marte in ritardo dalla casa del Sagittario e gli farà perdere il pullman; gioca questi numeri al Lotto sulla ruota di Verona.

Maggioranza di risposte D: se non hai risposto alla maggioranza delle risposte D non dovresti leggere questa frase.

Maggioranza di risposte E: dimostri predisposizione a barare.

Maggioranza di risposte Q: hai grande futuro come corista e come fotomodello/a/e/i/u (a salire con la a e a scendere con la u; chiudete la gola e pronunciate la i come gni, la u come gnu, la a come qua, e poi ricominciate).

Maggioranza di risposte Y: il futuro ti attende, il passato è passato, il presente sta passando... ormai è già passato.

 


Le Regole d'Oro della musica d'insieme

1. Suonate tutti lo stesso pezzo.

2. Fermatevi ad ogni segno di ritornello, e discutete animatamente se ripetere o no.

3. Chi stona getti un'occhiataccia ad uno dei suoi colleghi.

4. Accordate con la massima cura prima di suonare. Dopo di che potrete stonare per tutta la sera con la coscienza a posto.

5. Girate le pagine con la dovuta calma.

6. Una nota giusta al momento sbagliato è una nota sbagliata (e viceversa).

7. Se tutti si imbrogliano, eccetto Voi, allora siete Voi ad imbrogliarvi.

8. Cercate di massimizzare il NNPS (numero di note per secondo). Vi guadagnerete l'ammirazione degli incompetenti.

9. Le legature, i coloriti e gli abbellimenti non devono essere rispettati. Servono solo ad abbellire la pagina stampata.

10. Se un passo è difficile rallentate. Se è facile accelerate. Alla fine tutto si aggiusta.

11. Quando vi siete persi del tutto, fermate tutti gli altri e dite: "Forse dovremmo accordare meglio".

12. Se per colpa vostra tutti gli altri si sono dovuti fermare, spiegate dettagliatamente le ragioni per le quali vi siete imbrogliati. Tutto ciò desta sempre molto interesse.

13. La vera interpretazione è quella nella quale non resta più una sola nota dell'originale.

14. Una nota stonata suonata con timidezza è una nota stonata. Una nota stonata suonata con autorità è una interpretazione.

15. Quando tutti gli altri hanno finito di suonare, non continuate a suonare le note che vi sono avanzate.


DIFFERENZE e DEFINIZIONI

  1. Qual è la definizione di un cattivo soprano? Uno che è così cattivo che se ne accorgono anche i tenori.

  2. Qual è la differenza tra un soprano e un terrorista? Con un terrorista si può negoziare.

  3. Qual è la differenza tra un soprano e un piranha? Il rossetto.

  4. Qual è la prima cosa che un soprano fa la mattina? Si veste e va a casa.

  5. Qual è la differenza tra un soprano e una Porsche? Molti musicisti non sono mai stati dentro una Porsche.

  6. Qual è la definizione di contralto? Un soprano che sa leggere.

  7. Qual è la differenza fra la finale maschile di Wimbledon e un con certo di un coro amatoriale? La finale di tennis ha più uomini.

  8. Qual è la definizione di un quartetto maschile? Tre uomini e un tenore.

  9. Come si vede se un basso è morto? Qual è la differenza? La bottiglia di vino è ancora piena. 

  10. Come fa un giovane a diventare membro di un coro amatoriale? Nel suo primo giorno in una città entra accidentalmente nell’edificio sbagliato.

  11. Qual è la differenza tra una guerra mondiale e un concerto di un coro amatoriale? Il concerto causa più sofferenza.

  12. Qual è la differenza tra un direttore di coro e uno scimpanzé? E’ scientificamente provato che gli scimpanzé sono in grado di comunicare con gli umani.


I COLMI

IL COLMO PER UNA CANTANTE: non avere motivi validi.

Colmo del cantante: essere brasiliano ed avere la voce ... argentina.

Colmo per un cantante: avere un complesso d'inferiorità

Qual è il colmo per un cantante?  Essere giù di tono

Il colmo per un cantante? Avere l'ernia al disco!

Qual è il contrario di melodia? Se lo tenga.

Melodia: preghiera di una vergine

Io ho sempre cantato fin da piccolo. Quando mi mettevo a cantare, mio papà e mia mamma uscivano sul balcone per far vedere che non mi stavano torturando!


Cantante1: «lo sai che i tuoi occhi verdi sono bellini, anche se oggi sono un po' rossini?»

Cantante2: «Sai mio marito fa il baritono e ha un basso tenore di vita; a mala pena riusciamo a campare; non riesce ad avere un aumento, va sempre sotto, con lo stipendio, sopra-no!»


CONFESSIONE DELLO STRUMENTISTA:

O Direttore possente e misericordioso,

Abbiamo errato, e ci siamo allontanati dalla Tua bacchetta come gregge disperso;

Troppo abbiamo seguito l'intonazione e il tempo dei nostri cuori,

Abbiamo peccato contro le Tue indicazioni dinamiche,

Non abbiamo suonato le note che dovevano essere suonate,

abbiamo suonato note che non dovevano essere suonate,

e non c'è più sostegno nel nostro suono.



Ma Tu, o Direttore, abbi pietà di noi miseri suonatori;

Soccorri chi si trova nelle difficoltà tecniche,

Ristora coloro che hanno bisogno di prove di sezione,

Risparmia coloro che hanno il lapis a portata di mano.

Perdona i nostri errori, e confida che d'ora in poi seguiremo il Tuo gesto,

E suoneremo insieme in perfetta armonia. Amen.


Un tale vuole comprare un biglietto per una rappresentazione al Festival di Bayreuth, e protesta perché gli vogliono dare un posto in fondo alla sala.
"Ma se è il posto migliore!", dice l'impiegato.
"Come sarebbe a dire, il migliore?"
"Ma sì, è proprio accanto alla porta!"  


PRIMO NUMERO DEL GIORNALINO (20 novembre 1997)

CASTAGNETO - Un crescente imbarazzo ed una evidente preoccupazione hanno suscitato due clamorosi eventi che si sono avvicendati nell’esaltante panorama castagnetano. In primo luogo la nascita del giornale che state leggendo: permetteteci, per la prima ed ultima volta, una obiettiva autocritica lasciandoci dire che rappresentiamo il culmine della editoria giornalistica e della stampa specializzata. Meglio di noi, modestamente, non ce n’è. In secondo luogo il “fantasticoh” Corso diretto da un noto stilista americano che tutti hanno creduto essere un maestro di canto. Costui ha calcato le scene in numerosi teatri, specialmente nelle occasioni più mondane e soprattutto ogni volta che c’era un rinfresco. A Castagneto gli è andata male! Prima di continuare a descrivere le grandi meraviglie di questo Corso, concedeteci per la seconda ed ultima volta un piccolo momento di gloria: la redazione di “Fuori dal Coro” infatti è la prima a poter vantare lo scoop della love story fra il maestro e la corista T. B. Ma al di là di questi pettegolezzi, peraltro interessantissimi, ci preme rimarcare l’importanza che questo Corso ha rivestito e rivestirà (pensate allo stilista) nella formazione professionale dei coristi. Non solo da ora in poi essi saranno in grado di cantare, ma anche di fare versi di orangotango, di fiatare come cani, di ridere anche se sono tristi, di fare ginnastica addominale, per un maggiore rassodamento di pancia e fianchi. A tale proposito è stato proposto dal direttore del coro di aprire la palestra “G. Vannucchi”, con l’intento di far partecipe tutta la popolazione delle miracolose virtù terapeutiche della respirazione drammatica. E questo, e non lo diciamo per vantarci, noi siamo i primi a comunicarvelo. Diteci grazie!


CHI SIAMO?!? - PRESENTAZIONE

La massa corale G. Vannucchi si formò dalla fusione di due precedenti masse, una di plutonio arricchito e una di stronzio impoverito. E qui ora viene il bello. Invece di dire le solite cose banali, tipo che il coro è composto di appassionati di canto (ci stupirebbe se fosse composto di appassionati di ricamo merlato), oppure che ha riscosso grandi successi nazionali e interplanetari (cosa che è falsissima nel 99,9% dei casi, e solo falsa negli altri), o anche che il suo repertorio spazia (bella parola, “spazia”, voi spaziate mai?) in tutti i generi musicali esistenti e non, tipo la dodecacofonia surrettizia o la tracheoctomia a cappella. Ecco, invece di dire tutto questo, diremo qualcosa di completamente diverso. La sedia è uno strumento che serve per sedersi, o per fare le prove. Vi avevamo detto che avremmo detto qualcosa di diverso, no? Tornando alla massa corale, la definizione di “massa” sul vocabolario è: “nella tecnica dello spettacolo, qls. numeroso insieme di partecipanti anonimi, che ubbidiscono all’azione spec. sul piano coreografico”. Nella realtà, è facile riscontrare quanto i compilatori di dizionari lavorino di fantasia. Analizziamo la definizione: si parla di spettacolo, e qua siamo abbondantemente fuori strada. Infatti la nostra massa corale si distingue non per la sua spettacolarità, ma per la sua pregnante tendenza ad usufruire di banchetti, gite e festini. Si utilizza poi l’aggettivo “numeroso”; ovvio che si tratta di ironia. Sull’anonimato non abbiamo niente da obiettare: immaginate infatti un tipico ritratto di corista e noterete che non vi sono generalmente tratti distintivi che permettano di riconoscere l’uno dall’altro, amalgamati appunto in un’unica massa informe e corale. La definizione tira in ballo successivamente l’obbedienza. Anche qua si lavora molto di fantasia. In effetti, si dovrebbe più propriamente parlare di “suggerimenti”, nel senso che il direttore della massa corale mai si azzarderebbe a imporre qualsivoglia volontà alla massa stessa, tanto la massa medesima non lo ascolterebbe giammai, continuando a fare di testa propria e giungendo persino a ordinare essa stessa un certo tipo di comportamento al direttore. La conclusione della definizione parla di coreografia, ed è risaputo quale notevole livello di maestria abbia raggiunto la massa corale nell’ingresso sincronizzato in sala, nell’inchino conclusivo contemporaneo, nonché nell’abbandono del palcoscenico generalmente paragonabile a un branco di mufloni al centro del quale sia fatta esplodere una bombetta puzzolente di carnevale. D’altronde, Massa è vicina a Carrara, ma Massa Marittima non è vicina a Carrara Marittima, bensì a Follonica.

Vediamo allora come potremmo presentarci in modo alternativo al nostro pubblico.

Buonasera, gentile pubblico. Siete qui intervenuti per ascoltare il concerto di una massa corale, e invece la massa corale non c’è. Ci dispiace.

Oppure:

Buonasera, gentile pubblico. Il repertorio della massa corale G.Vannucchi svaria dalla polifonia ai madrigali, passando dagli spiritual (ne conosciamo ben UNO), dai canti popolari (che sono sempre gli stessi da molto tempo prima della fusione), dai gospel (falso), dal canto gregoriano (che viene eseguito in polifonia, visto che ci riesce bene), dal canto contemporaneo (che è l’unica cosa che ci viene bene, perché tanto nessuno lo capisce).

Oppure:

Buonasera, gentile pubblico. Siamo sempre noi. Recentemente abbiamo eseguito la Deutsche Messe di F. Schubert. Alcuni dei coristi, al tempo dell’esecuzione, erano già nati.

Oppure:

Buonasera, gentile pubblico. Speriamo che ci paghiate. Non penserete mica che siamo venuti qui gratis? Come minimo, una bottiglia di vino. A testa.

Oppure:

Buonasera, gentile pubblico. Eseguiremo adesso il nostro concerto; non che ci sia bisogno di dirvelo, visto che siete venuti apposta. Mica credevate che avremmo iniziato a vendere pesce fresco? I brani verranno eseguiti in ordine sparso, per creare disagio emotivo e alimentare la diffidenza nei nostri confronti.

Oppure:

Buonasera, gentile pubblico. E buon Natale. Grazie altrettanto. Prego, non c’è di che. Accidenti a te. E a tutti tu’ parenti. Se la stagione me li tira avanti. Finocchio!

 


Speciale BRESCIA (settembre 2001)

Il coro ha riscosso successi internazionali e soprattutto interregionali. Siamo davvero bravini, se non fosse che si cala appena c’è un pochino di umidità, come se all’umido non ci si fosse abituati, visto che a differenza dei bresciani noi abbiamo il mare in casa.

Oddio, visti i temporali e gli allagamenti, adesso il mare in casa ce l’hanno anche loro, ma questo è irrilevante.

Tralasciando però tutte quelle sciocchezze sul bel canto, sulla tecnica vocale, sull’interpretazione e roba simile, vediamo di soffermarci sulle cose serie, su ciò che vale la pena di ricordare e di scolpire nel marmo come testimonianza del successo e del prestigio che la nostra corale riscuote anche all’estero: le cene.

Ma non solo, aggiungeremmo pure i pranzi, i pernottamenti e le sontuose colazioni.

Chi di voi ha provato la cremina ai funghi inzuppata nel cappuccino? E chi ha saputo rinunciare alle delizie della Nutella spalmata sul bacon? Oppure, chi non si è portato via cinque o sei merendine, dodici o tredici vaschette di marmellata, una frittata di sei uova, una scatoletta di tonno, una spremuta di nocciola e un po’ di yogurt al pesto, giusto per fermare lo stomaco a mezza mattinata?

E vogliamo dimenticarci della camera? Chi ha capito come funzionava il ferro da stiro? Chi ha totalizzato 400.000 lire (206,58 €) con il conto del frigobar? E chi ha tentato di fregare l’albergo negando di essersi guardato sulla pay-TV 65 ore di pornazzi, e spacciandoli poi per film Disney (Biancaneve sotto i nani, La caricano in 101, Porcahontas, …)? E chi non si è portato a casa il lucido da scarpe del bagno? Eh? Confessate, lo avete fatto tutti.

Insomma, dai, siamo stati bene, ed è tutto merito di Popolino, che con il suo amico Pippo ha allietato la nostra infanzia con esilaranti avventure (come non ricordare “Popolino e il pullman sotto chiave” oppure “Popolino e l’odissea nella bassa padana”, o ancora “Popolino va a cagare”?); ed è stato un po’ come tornare con la memoria ai fumetti di un tempo, e infatti non c’era nessuno che non gli fumassero.

Compreso il nostro osannato, venerato e anche un po’ dimagrito maestro, che di fumare non ha mai smesso nemmeno durante il viaggio (ci sono foto che documentano come si sia nascosto sotto i sedili fingendo di cercare gli occhiali o di baciare una delle sue molteplici concubine, e che invece tradiscono il suo proditorio atto di fumatore, levandosi da esse un fil di fumo accusatore).

E che dire della visita alla stupenda città medievale di Mantova, con i suoi palazzi, i porticati, i mercati generali, le sue raffinate raffinerie, le donne che portano seco cesti carichi di frutti della terra, mele, pere, susine, lattuga, una presa di sale, gelato al caucciù, CD contraffatti, anelli borchiati, fumo di quello buono, lasagne, sugo, sego, seghe, saghe, sagre, magre, ora basta!

Infine, ricordiamoci della cosa che più ci ha fatto piacere: la visita a sorpresa di un nostro corista che non avremmo mai sperato ci saremmo mai aspettati di veder comparire! Che gradito pensiero quello di ritrarre i commensali riuniti; anche i commensali, tutti assieme, si sono ritratti per lo stupore!

In conclusione, vogliamo rivolgere due sentite parole a chi ha permesso tutto ciò; quello che ci dà più gioia è soprattutto scoprire una amicizia e una reciproca stima che forse non ci aspettavamo di incontrare. Grazie! Certo, esprimere certe cose a parole non è facile, e si rischia sempre di dimenticare qualcosa, o di cadere nello scontato, di risultare persino offensivi. Non vorremmo mai sembrare ingrati, mostrare di non aver gradito tutto ciò: per dimostrarlo, siamo pronti a ripartire anche domani per non offendere l’ospitalità di nessuno!