C'era una volta un uomo grande e grosso che viveva nella campagna di Montescudaio e si chiamava Beppone.
Beppone veniva chiamato anche il "Buon Treccone" perché viaggiava per le campagne dei paesi vicini comprando o vendendo le cose più diverse.
Un giorno capitò a casa della Sora Marta: si conoscevano molto bene e Marta invitò Beppone in casa sua per riposarsi e bere un buon bicchiere di vino rosso.
Dopo cena Beppone, stanco morto, si addormentò. Durante la notte, fu svegliato da strani rumori che provenivano dalla soffitta: sembravano delle voci lontane ma pensò di sognare. Il fatto si ripetè la notte seguente così Beppone chiese spiegazioni a Marta. La donna sbiancò per la paura poi prese Beppone per mano e lo portò in soffitta: tra cesti di mele e sacchi di grano c'erano due statuette che rappresentavano l'Angelo e la SS. Annunziata.
- Sono loro che parlano! - mormorò a voce bassa Marta - Sono belle ma... te le regalo !
Beppone fiutò l'affare e la mattina dopo, prima di ripartire per Montescudaio, caricò sul carro le due statue avvolte in una coperta. Lungo la strada Beppone vide da lontano
l' "Albereta" : un terreno, situato lungo il fiume Cecina, che desiderava tanto comprare e sospirò.
Poi salì l' "Aiuccia", una bella salita che portava dritto in paese.
Prima di arrivare alla stalla, la strada passava vicino al Cimitero e Beppone aveva una gran paura così si tirò sul capo il vecchio giacchetto e sperò che il suo ciuchino passasse velocemente. Ad un tratto Beppone sentì che L'animale si era fermato e pensò di essermitero Tremando come una foglia, lo convinse a riprendere la via di casa e pe arrivato a casa : si tolse il giacchetto dalla testa e per poco non svenne dalla paura. Il ciuchino si era fermato proprio davanti al cancello del cioco dopo arrivarono davvero davanti alla stalla.
Beppone scaricò il carro e mise al sicuro le due statuette. I giorni seguenti passarono tranquilli, poi Beppone cominciò a pensare che quella sistemazione non fosse adatta. Ne parlò all'Abate e il sacerdote lo convinse che aveva ragione : le statue erano sacre e il loro posto era la chiesa. In compenso Beppone avrebbe ricevuto tanti soldini, così avrebbe potuto comprare l'Albereta !
Le statue furono sistemate nella chiesa grande. Una mattina d'inverno l'Abate si accorse che le due statuette erano sparite e subito se la prese con Beppone.
- Quel manigoldo !- urlò il prete - ha preso i soldi e poi anche le statue ! E' un ladro !
Infuriato, l'Abate andò da Beppone che sembrò cadere dalle nuvole : lui, le statue, non le aveva viste ! Andarono nella stalla e... le statue erano lì !