Adolf Hitler

Adolf Hitler nacque a Braunau am Inn (Austria) nel 1889. Dopo essere stato a Vienna, si trasferì a Monaco, dove fu sorpreso dallo scoppio della prima guerra mondiale (1914): si arruolò come volontario nell’esercito bavarese. Dopo la guerra tornò a Monaco e rimase nell’esercito fino al 1920; divenne il capo del Partito tedesco dei lavoratori e, associandovi altri gruppi nazionalisti, lo rifondò denominandolo Partito nazista, del quale fu presidente con potere dittatoriale. Intanto diffondeva le sue idee e si arruolò con le SA (squadre d’assalto), aumentando le azioni di violenza contro uomini e sedi di sinistra socialdemocratica e comunista. Hitler incentrò la sua azione politica nell’attacco alla repubblica di Weimar. Fu recluso dopo il fallito Putsch di Monaco perché ritenuto responsabile del complotto; quando fu libero ricostruì il partito senza che il governo potesse far niente. Nel 1929 scoppiò la Grande Depressione e Hitler sfruttò il malcontento e attirò milioni di elettori con la promessa di una Germania forte, ricca e potente. La sua capacità oratoria infiammava le masse (i seggi nazisti passarono da 12 del 1928 a 107 nel 1930). Utilizzando le SA e le SS, rafforzò le strutture paramilitari. Il partito continuava a crescere e Hitler riuscì ad accreditarsi come l’uomo forte. Nel 1933 ricoprì la carica di cancelliere ottenuta dal presidente Paul von Hindenburg e, quando quest ultimo morì, riunì nella sua persona anche la carica di presidente. Hitler si trasformò rapidamente in dittatore quando giunse al potere. Un Parlamento sottomesso gli concesse pieni poteri, così che egli fu libero di sottomettere la burocrazia statale e il potere giudiziario alle esigenze del partito. I sindacati furono eliminati, migliaia d’oppositori rinchiusi nei campi di concentramento e ogni minimo dissenso messo violentemente a tacere. In poco tempo l’economia, i mezzi di comunicazione e le attività culturali furono sotto il controllo della Gestapo, la polizia segreta nazista. Nel 1935 denunciò il trattato di Versailles del 1919, proclamando la sua intenzione di riportare la Germania al culmine della potenza militare e navale e riprese la regione della Saar. Nel 1936 inviò truppe nella Renania smilitarizzata, firmò con l’Italia fascista di Mussolini un’alleanza (Asse Roma-Berlino), e firmò con il Giappone il patto Anticomintern (in funzione anticomunista e antisovietica). Nel 1938 decise di invadere e annettere l’Austria. All’incontro di Monaco ottenne la ratifica del disgregamento della Cecoslovacchia. Da questi eventi scaturì la seconda guerra mondiale, che cominciò nel settembre del 1939 con l’invasione della Polonia, alleata dell’Inghilterra. Nel 1940 l’esercito tedesco occupò Danimarca, Norvegia, Olanda, Belgio e Francia; nel giugno 1941 iniziò l’attacco all’Unione Sovietica. Nel luglio successivo, Hitler incaricò il capo delle SS, di definire la "soluzione finale della questione ebraica" che in seguito portò al genocidio di 6.000.000 d’ebrei. A dicembre l’andamento della guerra cambiò direzione: la controffensiva russa respinse l’esercito tedesco procurando molti morti; Hitler rifiutò di autorizzare la ritirata. In quei giorni gli Stati Uniti entrarono in guerra. Hitler, vedendo avanzare gli eserciti nemici da tutti i fronti, si tolse la vita il 30 aprile 1945 con la moglie Eva Braun, che il Führer aveva sposato il giorno prima.