Posizione difese dai tedeschi

Campagna d’Italia (1943-1945)

 

La situazione ambientale

Il territorio da Roma a Napoli è caratterizzato da molti rilievi montuosi. L’unica strada interna che si può percorrere è quella che ha l’imbocco dominato da Montecassino.

Per questo i tedeschi crearono una linea difensiva passante per Cassino, che si rivelò una difesa efficace.

I tedeschi costruirono anche altre linee parallele difensive: REINHARD, GUSTAV e SENGER-RIEGEL.

Essi difesero Cassino solo quando l’ottava armata americana si trovava a 100 km dall’abitato, ma ebbero comunque il tempo di organizzare la difesa: infatti ci vollero quattro offensive perché gli alleati potessero aprirsi un varco e avanzare verso Roma.

 

Il prologo

Il giorno in cui fu firmata la resa dell’Italia, l’8 settembre 1943, l’ottava armata al comando di Montgomery avanzò verso la Calabria, dopo aver conquistato la Sicilia.

Kesselrirg prese il controllo di Roma e disarmò le truppe italiane.

Mentre Mussolini costituiva a Salò un nuovo governo, gli alleati sbarcarono a Termoli, ma incontrarono difficoltà a procedere verso Nord per la Resistenza tedesca.

 

La guerra a Cassino

Cassino, nel settembre 1943 subì i primi bombardamenti, che martellarono la zona fino ad arrivare ai tre assalti più cruenti avvenuti in gennaio, febbraio, marzo e maggio 1944.

Il colonnello austriaco Shlegel prospettò all’Abate Gregorio Diamare il pericolo che correva l’Abbazia e riuscì a far mettere al sicuro gran parte dei tesori dell’ Abbazia stessa. La popolazione fu fatta sfollare.

Ci furono 3 fasi della battaglia nelle quali la città fu ridotta ad un cumulo di macerie. Solo dopo la terza fase gli Alleati riuscirono ad impadronirsi della zona segnando la fine di un incubo.

 

Prima fase della battaglia
(dal 17 gennaio al 18 febbraio)

La prima battaglia di Cassino iniziò il 17 gennaio 1944 quando il X corpo d’armata britannico dette il via al bombardamento d’artiglieria contro la fanteria tedesca.

In seguito all’offensiva lanciata, il X corpo riuscì a sfondare il fronte del Garigliano nonostante che i tedeschi contrattaccassero con tutto l’accanimento possibile.

Il XIV corpo d’armata tedesco di fronte al rischio di veder crollare il fronte di Cassino, fu costretto a chiamare rinforzi.

La notte tra il 17 e il 18 gennaio il 141° Reg. americano cercò di penetrare oltre il fiume Gari ( principale difesa per i tedeschi), ma la resistenza tedesca fece fallire questo tentativo. Il 25 gennaio Clark fece attaccare da nord la città ma l’attacco fallì. I fucilieri tunisini riuscirono a conquistare il Monte Belvedere.

Intanto il tenente generale Freyberg con il suo corpo d’armata neozelandese, rilevò il settore di Cassino: il suo compito era quello di costruire una testa di ponte a sud della città di Cassino, mentre gli americani sarebbero entrati in direzione Piedimonte, ma gli attacchi furono ripetutamente rinviati. A questo punto Freyberg chiese l’appoggio aereo e subordinò l’attacco programmato al Monastero e all’Abbazia senza riuscirvi e ci riprovò il 20 gennaio riuscendovi solo in parte a causa della resistenza dei tedeschi.

Nel frattempo la terza divisione di fanteria algerina cercava di attaccare sul Fronte di Cassino per occupare monte Belvedere, Colle Abate e Tirelle, Il 15 febbraio fu sganciata la prima serie di bombe e la basilica e il monastero furono ridotte a macerie.

Il 19 febbraio il generale Alexander, falliti tutti i tentativi di conquistare Montecassino, ordinò di cessare i combattimenti.

 

Seconda fase della battaglia
(dal 20 febbraio al 25 marzo)


I
l 21 febbraio vennero effettuati i preparativi per un ulteriore attacco predisposto dal generale Freyberg chiamato “operazione Dickens” ed il 10 marzo il II Corpo d’armata neozelandese, che ricevette la pianta della città di Cassino, si preparò all’attacco.

Alle 8.30 del 15 marzo con il lancio della prima serie di bombe iniziò la seconda fase della battaglia di Cassino. Solo qualche gruppo di paracadutisti tedeschi riuscì a salvarsi.

Dopo questo bombardamento la città venne completamente rasa al suolo. I circa 100 soldati tedeschi sopravvissuti organizzarono la difesa della città e riuscirono a bloccare l’avanzata alleata.

Freyberg ordinò allora l’attacco del Monastero, che comunque fallì.

Tra il 16 ed il 17 marzo i genieri riuscirono a conquistare la stazione ferroviaria e il 17 vi fu una breve tregua per recuperare morti e feriti.

A questo punto la città era quasi tutta in mano agli alleati e si lavorava per ricostruire le strade.

Dopo le due ore di tregua, neozelandesi, indiani e americani partirono per Montecassino con i carri armati, lungo la strada realizzata dai genieri che terminava a 800 m dal Monastero. Ma l’attacco fallì perché vennero bombardati dai nemici. Il 20 marzo, dopo il fallimento di un altro attacco, il generale Alexander decise di sospendere la battaglia e l’unico ad essere contrario fu Freyberg, che fece effettuare un ultimo tentativo.

La fine della seconda fase della battaglia avvenne il 22 marzo quando Alexander predispose la sospensione definitiva dei combattimenti.

Già il 24 marzo si era all’opera per predisporre una nuova offensiva.

 

Terza fase della battaglia
(dal 26 marzo al 18 maggio)

Intorno alla metà di marzo venne predisposto l’attacco che ci sarebbe stato in primavera. Al II Corpo d’armata fu affidato il compito di procedere all’assalto di Montecassino. Questa terza fase della battaglia ebbe l’intento di far credere ai tedeschi che le forze alleate avrebbero sospeso ogni tentativo di sfondare la linea Gustav.

L’11 maggio alle 23.00 circa, iniziò un intenso bombardamento delle forze tedesche, ma al termine del primo giorno della III battaglia di Cassino non si riportarono grandi successi.

Il 14 maggio il generale Juin attaccò la città dalla via Casilina ed aprì una breccia nella linea Gustav. La notte del 17 maggio con il bombardamento della stazione di Cassino iniziò la ritirata delle forze tedesche dal settore di Cassino. All’alba del 18 maggio la collina del Monastero era in mano alleata e la battaglia di Montecassino era finalmente conclusa. 

 

Linea Gotica

La Linea Gotica, o Linea Verde, era una linea difensiva che tagliava in due la penisola italiana da Massa-Carrara a Rimini. Fu costruita dai militari tedeschi nel 1944 per impedire che gli Alleati raggiungessero la Pianura Padana: se fosse stata superata, le Alpi e poi la Germania sarebbero state a portata da mano.

Essa era dotata di difese di vario genere come campi minati e reticolati, ma le zone più fortificate erano quelle costiere.

Gli Alleati la attaccarono nel settembre del 1944 ma non riuscirono a portare l’attacco fino in fondo.

Quando la Linea Gotica crollò, essa aveva già adempiuto al compito attribuitogli, cioè ritardare l’avanzata Alleata.