Ficuzzolino

Un giorno, in una casa in campagna, viveva insieme al babbo un bambino chiamato Ficuzzolino. Erano poveri, e Ficuzzolino aveva fame così disse al babbo:
- Babbo, dammi una monetina, mi compro una noce.-
- No, devi buttare via il guscio - disse il babbo.
Ficuzzolino rispose
- Allora prenderò un fico.-
- No, devi buttare il gambo.- Disse il babbo.
- Lo pianterò nel giardino così diventerà un fico.-
Replicò il bambino.
Dopo alcuni giorni crebbe un fico grosso, carico di frutti.
Ficuzzolino andò sull'albero a mangiare i fichi e un Orco che passava da lì gli disse:
- Ficuzzolino, dammi un fichino.-
Il bambino gli tirò un fico ma gli cascò in un buco.
- Mi è cascato in un buco e non mi riesce prenderlo; se non vuoi che caschi di nuovo allungati con la mano.-
Disse l'Orco.
Ficuzzolino allungò un braccio per dare un fico all'Orco, ma questi lo tirò, facendolo cascare e lo mise in un sacco e si incamminò mangiando i fichi.
Lungo la strada per tornare dalla moglie, gli venne un forte mal di pancia e si mise a fare la popò.
Ficuzzolino gli disse:
- Vai più là puzzi! Vai più là puzzi!.-
L'orco si allontanò e Ficuzzolino uscì e mise nel sacco una grossa pietra.
Ficuzzolino non sapendo dove si trovava si mise a seguire l'orco e la moglie. Ficuzzolino disse cantando:
- Tu credevi di mangiare me, invece mangi la tua moglier.-




La storia di Gennarino

C'erano una volta tre fratelli, un giorno uno dei tre di nome Gennarino decise di andare a far fortuna perché erano poveri.
Si mise in cammino e cammina cammina arrivò a una villa andò e bussò.
S'affacciò un omino vecchio che gli disse: " vieni con me, facciamo la polenta. Mentre la prepararono questo vecchietto sparì e Gennarino seguitò a girare la polenta da solo. A un certo punto sentì dal camino il vecchietto che diceva: "Butto?" E il pover'uomo rispose: " Butta!"
Il vecchietto buttò una gamba e un braccio.
La volta dopo lo risentì e buttò un'altra gamba e un altro braccio.
E alla fine si formò un fantasma. Al povero Gennarino toccò lasciare tutto lì e scappare perché il vecchietto era un fantasma.

 


La rivolta del bosco

Sulle colline del nostro paese c'è un bosco dove i bambini possono andare a giocare sicuri, a nascondino e a tanti altri giochi. C'è sempre un gran viavai di bambini, di uccelli, di scoiattoli e di ogni sorta di bestioline, ma c'è anche un gran silenzio perché i rumori delle città non arrivano mai fin lassù. Sulle carte dei grandi uomini che studiano le cose importanti , è scritto che proprio lì dovesse passare una grande strada per raggiungere velocemente la città. E venne il momento di iniziare i lavori ... Arrivarono grandi carichi di ruspe, cemento, calce, e poi pale, picconi e ogni sorta di attrezzi. Un nugolo di operai impiantò un cantiere, proprio ai margini del bosco. Furono momenti di preoccupazione per tutti gli abitanti del bosco e per i loro frequentatori. Gli alberi cominciarono ad agitarsi; scoiattoli, marmotte, tassi e ricci si radunarono insieme alle diverse famiglie di uccelli, per scambiarsi i pareri. Era certo che la strada avrebbe rovinato ogni cosa; gli alberi carichi di nidi sarebbero stati abbattuti ... Non ci sarebbero state più tane e rifugi ... I bambini non avrebbero più quest'oasi sicura per giocare. E perché distruggere un bosco, togliere tanto ossigeno a tutti e non modificare le carte, non spostare un po' più in là la strada? Anche se più lunga, sarebbe arrivata lo stesso. Poi tutti quanti si organizzarono per impedire la distruzione del bosco, e per prima cosa, una grande spianata di verde, fecero il disegno di una nuova strada che passava ai margini del bosco ... Di giorno gli operai iniziarono i lavori, ma la notte, in un battibaleno ognuno del bosco cominciò a far sparire qualche attrezzo del cantiere, dal peso proporzionale alle proprie forze: i passeri si limitavano a svitare le valvoline delle gomme, sgonfiandole ad una ad una; le volpi, furbe portavano via le seghe, e mentre gli operai dormivano, sparì quasi tutto. Il mat-tino, appena svegli gli operai chiamarono il capo cantiere, ma nemmeno lui capì cosa fosse successo. Il fatto si ripeté per diverse notti; ogni volta era la medesima scena e sempre si doveva ricominciare tutto da capo. La roba continuava a sparire e i lavori non procedevano... Il capo cantiere fece venire le guardie per controllare a vista ogni cosa, di giorno e di notte, ma figuriamoci se i passeri si facevano sorprendere a sgonfiare gomme! E' incredibile- gridò furioso un giorno il capo cantiere- raddoppiamo il numero delle guardie. E che ogni guardia abbia il fucile!" Allora, uno scoiattolo si fece avanti e parlò a nome di tutti gli animali.
"No! Non vogliamo una guerra! Noi amiamo la pace ...Venite a vedere, ci troviamo tutti d'accordo!"
Incuriositi, ingegneri, muratori e guardie lo seguirono e in un punto nascosto del bosco, trovarono tutti gli attrezzi insieme ad uccellini, scoiattoli, ricci, marmotte e volpi radunati lì, come per un convegno. In un primo momento, l'ingegnere si spavento poi notò lì, sulla radura il disegno della strada che anziché attraversare il bosco lo aggirava. Non so in che modo ma, uccelli, marmotte, tassi e ricci assieme ai bambini, nel frattempo fecero cambiare idea all'ingegnere.
E il bosco fu salvo.

 

La novella di Buchettino

C'era una volta un bambino che si chiamava Buchettino, un giorno la sua nonna gli disse di andare a spazzare il Chiesino, Buchettino non aveva voglia ma la nonna lo convinse e così mentre spazzava trovò un centesimino. Buchettino sgomento non sapeva cosa comprarci, cominciò a dire: se compro le mele devo buttar via il torsolo, se compro le noci butto via il guscio, se compro i fichi butto via lo zeccolo, allora pensò di comprare i fichi perché buttava via meno. Si mise ha mangiarli alla finestra e ne cascò uno di sotto. Buchettino era disperato ma la nonna lo tranquillizzò dicendoli:
- Lascialo fare che domattina è nato! La mattina seguente andò a vedere ed esclamò:
- Nonna è nato il fico! E la nonna rispose:
- Lascialo fare che domattina è grosso.
La mattina seguente andò di nuovo a vedere ed esclamò:
- Nonna sono maturi! E la nonna gli disse:
- Monta sopra e mangiali! Mentre Buchettino mangiava i fichi, arrivò il mago e gli disse:
- Buchettino, buttami un fichino con il tuo santo manino, no, perché mi chiappi, no, non ti chiappo! Buchettino, dopo averglielo detto diverse volte, provò ha buttargli un fichino, però gli cadde nella pipì, allora il mago continuò a chiedergli i fichini con il suo santo manino.
Così Buchettino gli porse il fichino e lo mise nella balla e si avviò verso casa. Per la strada si fermò per fare un bisognino, e Buchettino gli diceva di andare più lontano perché sentiva puzzo. Quando il mago fu lontano,
Buchettino con il suo coltellino tagliò il sacco, uscì e lo riempì con le pietre. Quando il mago prese di nuovo il sacco in spalla disse:
- Come sei diventato peso! Quando arrivò vicino a casa cominciò a gridare:
- Catera mia Catera metti a fuoco la caldaia che ho chiappato Buchettino. La moglie mise subito al fuoco la caldaia, quando il mago ci rovesciò il sacco vide che c'erano solo le pietre e gridò:
-Buchettino, Buchettino mi hai fregato, ma tornerò a riprenderti.