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Anche se il territorio è ricco di reperti dell’epoca etrusco-romanica, il nome di Castagneto comparve per la prima volta nell’atto di donazione dei beni al monastero di San Pietro a Monteverdi redatto il 06 luglio 754 d.C. da Walfredo di Ratcauso.
Il toponimo  deriva da castaneam ed è quindi  legato alle risorse locali.
E’ però strano il fatto che oggi la superficie a castagno sia esigua e che anche l’alimentazione a base di castagne e’ sempre stata poco diffusa .
La spiegazione più plausibile è che il castagno fosse usato non per i suoi frutti ma come legname da carbone e da forno siderurgico.
Castagneto è il luogo del territorio Comunale più anticamente citato, ma non se ne conoscono i limiti territoriali, né si sa come secoli dopo ricomparve tra i possedimenti dei Conti di Donoratico.

La popolazione fu sempre in lotta con i Della Gherardesca  per il godimento degli usi civici.
Nel 1778 una sentenza assegnò la proprietà del territorio ai Conti e gli usi civici ai castagnetani; solo nel 1788 alla popolazione per la prima volta fu concessa la proprietà terriera.
Negli anni successivi i contrasti comunque si acuirono al punto che nel 1847 scoppiò una rivolta totale che convinse il Granduca Leopoldo II a concedere le “preselle” e altre rivendicazioni minori.
Sul piano urbanistico, Castagneto, accanto ad alcune vecchie o nuove proprietà private, in parte consolidatesi a fine 700, estese il suo abitato prima nei dintorni del mitico borgo, poi nelle zone sottostanti degli Orti, di Fontanella, di Costia ai Mandorli, della Casina e del Biancuccio.
In quanto al nome l’antica contea rimase col tempo “LA TERRA GHERARDESCA”, semplificata in “LA GHERARDESCA”.

Ma all’interno di essa avevano preso consistenza piccole comunità: Bolgheri, Donoratico, Castagneto, che Firenze nel 1406 aveva costituito in Comuni autonomi.
Dopo l’unità d’Italia, il paese è ormai definitivamente battezzato con il nome di Castagneto Marittimo al posto della vecchia “Comunità Della Gherardesca”.
Quando nel 1907 morì Giosuè Carducci il consiglio Comunale deliberò di cambiarne il nome in Castagneto Carducci.
Nel 1926 il paese abbandona la provincia di Pisa per entrare a far parte di quella di Livorno.
La superficie comunale è di circa quattordicimila ettari, boschiva nelle estreme colline orientali e sud orientali, coperta di oliveti nelle pendici e  coltivata nel piano con oliveti, vigne, frutteti e messi.


Il capoluogo è posto a 194 metri sopra il livello del mare e dista sei km dalla marina; comprende anche la frazione di Bolgheri, a Nord, e quella di Donoratico, situata sulla via Aurelia e dotata dell’unico scalo ferroviario comunale.
Oggi il paese è rinomato per l’ambiente incontaminato, la tranquillità e la pace che vi si respira, nonché per  l’alto livello di qualità dei suoi prodotti enogastronomici.