La chiesa di San Giovanni
Evangelista deve essere stata edificata dopo la demolizione del castello e non
sappiamo se fosse dedicata a San Michele o a San Giovanni Evangelista; dai
documenti del 1821 risulta la doppia intitolazione.
Nel 1841 venne abbattuta la
vecchia chiesa e su iniziativa e con i finanziamenti del granduca Leopoldo II di
Toscana venne eretta l'attuale chiesa.
Dell'antica chiesa si conservano i resti del tratto murario tra il campanile e
il fianco sinistro dell'attuale costruzione, dove ora si trovano la sacrestia e
la canonica.
La
chiesa fu edificata in una posizione molto elevata rispetto al terreno
circostante e fu necessario costruire una ripida scala per accedervi. Terminata
nel 1845, e danneggiata dal terremoto del 1846, fu consacrata nel 1877.
Finalmente ci fu il restauro della facciata nel 1934.
Durante la guerra, nel 1944, fu nuovamente danneggiata da una cannonata. Nel
1949 fu ripristinata al culto, ma la ricostruzione fu terminata nel 1956. Nel
1973 fu restaurata anche all'interno.
La chiesa ha una sola navata e la volta a capriate. Il coro è stato affrescato
nel 1995 con “L'ultima cena” e il “Cristo in gloria”, da Stefano Ghezzani.
All’entrata si trovano due acquasantiere di pietra, donate nel 1646 dal
feudatario marchese Andrea Carlotti. Alla base di una di esse sono scolpite le
seguenti parole: «Doemones pellit et sordes abluit, privatis expernis, A.D.
MDCXLVI (“Scaccia i demoni e cancella le macchie, a spese private, 1646”).
Il
fonte battesimale di marmo bianco fu donato nel 1964 in ricordo del bambino
Giulio Novelli, morto in un incidente.
Sull’altare maggiore troviamo il tabernacolo e il leggio di marmo, ricavati dal
vecchio altare del 1910 e risistemati durante il restauro del 1973. La chiesa ha
quattro altari laterali.
Entrando
in chiesa, sul primo altare a sinistra si trova una statua lignea della Madonna
col Bambino, acquistata nel 1958 da una ditta di sculture di Ortisei (Bolzano).
Sotto l'altare è sistemata una statua di Cristo Morto scolpita in un tronco di
fico da un abitante di Riparbella. Sul secondo altare si trova la statua di
legno di tiglio raffigurante San Giovanni Evangelista, al quale è dedicata la
chiesa, realizzata dallo sculture Flavio Pancheri di Ortisei.
A destra, il primo altare è dedicato al Sacro Cuore di Gesù e conserva il
reliquario di San Celestino. Le reliquie furono regalate a Riparbella, nel 1565,
da Papa Innocenzo XI. Sul secondo altare sono collocate due statue di legno
raffiguranti Maria Annunziata e l'Angelo.
Il
campanile risale al 1622, ma è stato restaurato perché nel corso degli anni ha
subito danni, come quando nel 1892 fu colpito da un fulmine.
Nel 1838 la punta, che prima era a piramide, venne tolta e sostituita da una
cella campanaria.
Annesso al campanile c'era un piccolo cimitero, usato fino al 1700.
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