| LA BATTAGLIA DI CECINA |
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Il 1° Luglio 1944 alle ore 20.30 l'ultimo plotone di carri americani rimasti
fu informato via radio di un contrattacco tedesco proveniente dal lato orientale
di Cecina in cui erano presenti sia mezzi corazzati che fanteria. Si stava
avvicinando la sera ma nonostante ciò la visibilità era buona. Da quanto si
conosce, dai resoconti americani, pare che la stima del numero degli avversari
oscillasse tra 5-10 carri Tiger e tra un plotone e 200 fanti; in realtà
l'attacco fu guidato semplicemente da due carri Tiger, uno Stug e meno di 50
granatieri. Il contrattacco partì dalla Magona fino a raggiungere Villa Bianca,
svoltando a sinistra in via Marrucci, superando via Verdi, via Trento, via
Trieste per imboccare via Montanara, che all'epoca era una strada ghiaiosa che
costituiva il confine orientale della città. Intanto il Luogotenente Edwin Cox,
comandante i 5 carri Sherman americani, aveva elaborato un piano che consisteva
nell'avanzare verso la Magona, dove era stata segnalata inizialmente la colonna
di carri armati. Decise di sparpagliare i 5 carri armati nelle vie parallele di
Cecina precedentemente elencate, mentre il suo muoveva per via Montanara. Il
destino volle che lo Sherman di Cox incrociasse proprio il Tiger del comandante
tedesco il luogotenente Wilhelm Keitel. Cox aveva appena superato via Manzoni
alla sua sinistra, quando individuò un soldato in una fossa al lato della
strada. Un carro armato Sherman A intervalli regolari il soldato si alzava dalla
fossa facendo dei cenni a qualcuno che si trovava fuori dal campo visivo dello
Sherman. Senza che gli americani ne fossero a conoscenza, il tedesco fungeva da
osservatore per il Tiger. Quando poi il tedesco si alzò per l'ennesima volta
gli americani lo mitragliarono all'altezza dello stomaco eliminandolo. Quando il
tedesco cadde, subito comparve il lungo cannone principale del Tiger. Vedendosi
il Tiger comparire davanti, i carristi americani furono presi da grande
sgomento, poiché le speranze di sopravvivenza per un singolo Sherman contro un
Tiger erano quasi nulle visto che gli americani contavano sulla forza del numero
per sconfiggere i mastodontici Tiger. Comunque il Luogotenente Cox dette
l'ordine di fare fuoco mentre vedeva passarsi tutta la vita davanti e già
sentiva l'urto che il Tiger avrebbe provocato con il proprio attacco. Entrambi i
carri spararono simultaneamente, e nella tensione i tedeschi sbagliarono sia
mira che proiettile, colpendo il suolo con un proiettile adibito
all'eliminazione di truppe di terra così il contraccolpo sollevò da terra lo
Sherman senza però causare danni. Il colpo degli americani invece raggiunse il
bersaglio colpendo la parte inferiore della corazza frontale del Tiger, non
danneggiandolo affatto. Il proiettile infatti rimbalzò sulla coriacea corazza
del carro tedesco con somma sorpresa degli americani. Cox approfittò della
polvere causata dal colpo del Tiger per nascondere il proprio carro dietro al
muro di una casa. La parte anteriore dello Sherman era rivolta verso via
Trieste, mentre retro era in direzione di via Montanara, dov'era rimasto il
Tiger. Cox allora brandeggiò la torretta all'indietro e fermando il cannone
principale a ora 5. Cox si era preso un rischio calcolato ipotizzando che il
Tiger avrebbe proseguito lungo il suo percorso principale, finendo col passare
proprio davanti al suo cannone. L'equipaggio attendeva che
il Tiger
ricomparisse. Mentre aspettavano, il pilota di Cox osservava lo Sherman 13, egli
vide il suo comandante saltare ripetutamente fuori dal portello aperto con un
fucile mitragliatore, per sparare sui fanti tedeschi che stavano cercando di
salire sugli altri carri del plotone. Lo Sherman 11 mantenne la sua posizione
mentre il Tiger cannoneggiava gli edifici circostanti. Il Tiger 221 riprese ad
avanzare lungo via Montanara. L'equipaggio del Tiger 221 affermò più tardi che
pensavano che lo Sherman fosse nella boscaglia sulla loro sinistra. I carristi
tedeschi erano pronti a sparare. Il pilota procedeva adagio, il mitragliere
nello scafo manteneva il contatto radio con l'altro Tiger. Erano adesso le
20.45. Il Tiger 221 proseguì lentamente finendo con l'incrociare la postazione
dello Sherman 11, direttamente davanti al cannone principale di quest'ultimo.
Cox dette istruzioni al suo artigliere, il Caporale Jack Leech, dicendogli di
aspettare per quanto il Caporale fremesse per sparare il colpo. Quando il Tiger
si trovò esattamente davanti allo Sherman, Cox approfittò del fatto che la
corazza laterale del Tiger è più sottile (80mm di spessore) e dette l'ordine
di lanciare un proiettile perforante. Il proiettile da 75mm perforò la corazza
laterale come previsto da Cox, il colpo incendiò addirittura il serbatoio del
carburante, mandando automaticamente in fiamme il compartimento del motore. Il
carro Tiger dopo lo scontro con lo Sherman Cox e i suoi vedevano adesso
avvicinarsi le speranze di vittoria. Subito lo Sherman approfittò dell'incendio
che stava distraendo gli avversari per mettere un altro colpo in canna e sparare
contro il cingolo destro del Tiger spezzandolo. Ma tutto ciò non bastò ad
eliminare l'equipaggio del Tiger che riuscì a uscire quasi illeso dal carro e a
nascondersi nel fosso al lato di via Montanara dove furono aiutati dalla loro
fanteria. Il fatto che l'equipaggio si sia salvato dimostra come il Tiger fosse
uno dei più robusti carri armati della Seconda Guerra Mondiale per quanto poi
perdesse in velocità. Gli altri carri avversari furono attaccati dagli Sherman
che Cox aveva disposto sulle altre vie e spaventati dalla perdita di un Tiger si
ritirarono e il contrattacco tedesco fallì. Con la vittoria di questo scontro
gli americani riuscirono a liberare la maggior parte di Cecina dall'avversario
tedesco che fu costretto a ritirarsi nella parte più occidentale della città.
Il foro che ha incendiato il serbatoio del Tiger.
